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| Il servo e il padrone, matita e penna su diario scolastico |
venerdì 25 gennaio 2013
martedì 22 gennaio 2013
L'esperimento del Dottor Prokopiev (The experiment of Doctor Prokopiev)- racconto agghiacciante sui rischi della scienza
Finalmente per il Dottor Prokopiev era
arrivato il momento che da tanto tempo stava aspettando. Il Dottor
Prokopiev stava per morire.
I suoi assistenti correvano per il
corridoio del laboratorio, spingendo a tutta velocità la barella
dove il vecchio corpo del Dottore era disteso. Dovevano fare in
fretta.
Il Dottor Procopiev era un pioniere
della criogenesi. Ammirato da alcuni e deriso dalla scienza
ufficiale, non si era mai arreso alle sue convinzioni, ovvero che un
essere vivente posto in determinate condizioni di freddo e farmaci,
potesse sopravvivere alla morte, per essere risvegliato nel futuro.
Poteva vedere i volti accigliati dei
suoi assistenti che lo circondavano. “Dimitri” disse “Continua
le ricerche, scopri come poter riportare alla veglia gli ibernati”.
Dimitri era il suo assistente, il suo
cadetto, l'unico che avrebbe potuto continuare i suoi studi. Avevano
fatto esperimenti sugli animali, scoprendo che se il soggetto dopo
sei minuti dalla sua morte fosse stato sottoposto ad un mix di
farmaci e a un repentino abbassamento della temperatura, poteva
essere riportato in vita...anche se dopo pochi minuti, massimo un'ora
dopo. A dirla tutta, l'animale dopo essere stato rianimato moriva
nell'arco di cinque minuti. Ma Dimitri avrebbe continuato gli studi e
allungato il tempo di ibernazione.
Il Dottor Prokopiev raggiunse la sala
di criogenesi e fu spostato sul lettino. Gli furono somministrati dei
sedativi, il suo battito cardiaco era sempre più debole. Dimitri gli
strinse la mano.
Dopo gli animali, la sperimentazione
doveva spostarsi sull'essere umano, ma non essendo la criogenesi una
scienza riconosciuta non potevano accedere a regolari cavie umane e
trovare dei volontari fu impossibile. Il Dottor Prokopiev decise che
sarebbe stato lui il primo esemplare di essere umano a prestarsi alla
criogenesi. Avvicinandosi al fatidico incontro con l'Oscura
Mietitrice, il Dottore si trasferì definitivamente nel laboratorio,
monitorato 24 ore su 24 per presagire qualsiasi segno di cedimento
del corpo.
La vista si stava annebbiando, poi il
buio. Poteva sentire il fluido dei farmaci che gli scorreva nelle
vene, poi il freddo pungente. Era morto.
Attese, un silenzio totale lo pervase.
Nero. Nessun dolore. Nessun odore. Nessuna dimensione dello spazio e
del tempo. L'unica cosa che poteva percepire il Dottor Prokopiev fu
una sensazione di disagio, poi di preoccupazione e infine di terrore,
perché aveva realizzato cosa fosse successo.
Il Dottor Prokopiev concentrato sul
corpo, non si era minimamente dedicato all'anima. Ponendo il cadavere
al trattamento di criogenesi, lo stesso aveva imprigionato l'anima
nel corpo, trattenendola in un limbo simile ad una piccola scatola
isolata e buia. Il Dottor Prokopiev poteva solo attendere che gli
studi di Dimitri continuassero.
Dimitri dopo aver posto il corpo del
Dottor Prokopiev nella cella di ibernazione salutò i suoi colleghi e
uscì dal laboratorio. L'esperienza che aveva vissuto lo distolse da
tutto il resto e non si accorse che un'automobile lanciata a tutta
velocità stava per incrociare la sua strada.
Alla morte di Dimitri, anch'esso
ibernato, nessuno riuscì a portare avanti gli studi del Dottor
Prokopiev e il laboratoro fu smantellato.
Ancora oggi è possibile
ammirare le celle di ibernazione del Dottor Prokopiev e del suo
assistente Dimitri nel “Museo delle Stranezze” di San
Pietroburgo.
domenica 20 gennaio 2013
Funny Bunny gets drugs - musica su conigli tossici
Il Medico della Peste. La Trilogia (The Plague Doctor. The Trilogy) - Racconti brevissimi sun un oscuro dottore
I Il Medico della Peste bussa alla tua porta – toc toc - apri, altrimenti saranno guai!
II Il MdP disse che non c'era più nulla da fare, lo chiuse in un sacco e lo portò via con sé. Quella notte si consumò un macabro banchetto.
III Il MdP versò una lacrima per lei, poi si chinò e le divorò gli occhi.
II Il MdP disse che non c'era più nulla da fare, lo chiuse in un sacco e lo portò via con sé. Quella notte si consumò un macabro banchetto.
III Il MdP versò una lacrima per lei, poi si chinò e le divorò gli occhi.
martedì 15 gennaio 2013
L'aviatore (The aviator) - perché anche i nani volano
mercoledì 9 gennaio 2013
Le Cronache delle Scimmie Pirata: la Saga di Quick - Episodio 3 (The Chronicles of the Pirate Monkeys: the Saga of Quick - Episode 3)
Episodio 3: La preghiera di Sally
“Miss Olimpia, non faccia i capricci
e si infili il vestito!” ordinò Sally.
“No! Faccio schifo così! Mettitelo
tu se riesci ad entrarci!”
Sally era una donna africana che sin da
bambina aveva servito la famiglia Pickyshire, crescendo la piccola
Olimpia, ormai nel pieno delle sue grazie, anche se di pochi anni più
grande di lei.
“Il Capitano Pennyman la sta
aspettando per il pranzo, forza!”, incalzò Sally avvicinandosi con
l'abito rosa tra le mani simile ad una torta nuziale ricoperta di
pizzi, merletti e rose di stoffa.
“No!” fece Olimpia in biancheria
intima scuotendo la bionda chioma e incrociando le braccia.
Sally sgranò gli occhi, sbuffò aria
dalle narici e con una rincorsa taurina colpì con il suo possente
ventre Olimpia, che fu sbalzata di qualche metro sul suo morbido
letto ricoperto di seta. Sally continuò la corsa e si gettò di peso
sulla povera ragazza. “mphhh!!” si sentì mugugnare da sotto
Sally. “E adesso? Lo indossi il vestito Miss
Olimpia?!”...”mphsiiiii!”.
Sally goffamente rotolò via dal letto
e si risistemò il grande fazzoletto viola arrotolato intorno alla
testa. Olimpia scese dal letto, indossò l'abito, si risistemò i
capelli e senza aggiungere altro si diresse sul ponte della nave con
la sua fidata serva.
“Oh, cara Olimpia!”salutò il
Capitano Pennyman senza degnare Sally di uno sguardo. Lei lo guardava
senza trasparire il suo disprezzo verso quel grassoccio capitano
mercantile, che con fare viscido e appiccicoso tentava di insidiare
la giovane Olimpia...certo, Olimpia ci metteva del suo ammiccando e
ridacchiando come una giovane gallinella, pensò Sally sollevando un
sopracciglio.
Nel bel mezzo della noiosissima nonché
imbarazzante conversazione tra Pennyman e lady Pickyshire, un grido
interruppe i due: “Nave in vistaaaaa!!!”.
Tutti sollevarono lo sguardo verso il
pennone più alto, dove un giovane marinaio era in osservazione.
“Ragazzo! Cosa vedi da lassù?” Chiese Pennyman.
“Pirati Capitano!”
“C-come?”
“Pirati, si, pirati, posso giurarlo
sulla gamba di legno di mia nonna, Capitano!”
“...”
“Capitano, la loro bandiera raffigura
un teschio di scimmia con due catene incrociate...”
“...”
“Riesco a leggere il nome della
nave...Il suo nome è...Sea Monkey!”
Il Capitano sbiancò, i marinai si
paralizzarono “Tutti ai posti di combattimentooooooo!!!!!” Gridò
Pennyman.
Sally teneva la fronte di Olimpia
mentre vomitava in un secchio. I pirati oltre al terrore avevano
portato la tempesta. “Non preoccuparti Miss Olimpia, le navi che
viaggiano oltre oceano sono ben armate e respingeranno l'attacco dei
pirati”, ma non era convinta, aveva paura. I pirati derubano le
navi, uccidono gli uomini e stuprano le donne...accarezzò i capelli
di Olimpia.
Urla, cannoni, ancora cannoni, tuoni,
lampi: un inferno circondato dall'acqua. Le due donne abbracciate
l'una con l'altra potevano udire il rumore dei combattimenti corpo a
corpo, sempre più forti, poi un tonfo e la porta che si spalanca! Il
Capitano Pennyman ricoperto di sangue da capo a piedi cercò di
rifugiarsi sotto il letto di Olimpia piagnucolando frasi sconnesse:
“N-n-non è vero! N-n-non è possibile! Iiiiiiihhhh uuuuhhhh,
mamma! Mamma!”
Sally capì che se fossero rimaste lì
dentro sarebbero morte. Prese Olimpia per un polso, spalancò la
finestra e si tirò su in equilibrio sul cornicione di legno della
loro stanza.
“Sally...”
“Olimpia, ti aiuto io sali...sali
miss Olimpia, ti prego, stanno per arrivare, ti prego miss Olimpia!”
gridò Sally in lacrime. Olimpia seguì Sally e si nascosero oltre la
finestra, dove non potevano essere viste, su pochi centimetri di
legno, aggrappate come aquile alla roccia, con lo strapiombo sotto di
loro. Il mare urlava, il vento ruggiva, la pioggia come aghi
acuminati sulle loro guance.
La finestra si infranse, il capitano fu
gettato giù dalla nave. Olimpia incrociò lo sguardo terrorizzato
del capitano che precipitava e quasi stette per svenire. Sally la
stava tirando, vide che vicino a loro c'era la finestra di una stanza
accanto. Con cautela entrarono. Tutto era a soqquadro, qui i pirati
erano già passati. “Olimpia, dobbiamo raggiungere una scialuppa di
salvataggio. I pirati potrebbero dare fuoco alla nave finita la
razzia!” Olimpia fece cenno di aver capito col capo.
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| Massacro sul ponte della nave |
Olimpia non resse alla scena e svenne,
Sally tentò di resistere, ma anche il suo sguardo si annebbiò
mentre un demone-scimmia si dirigeva verso di lei.
“Oh Damballa, arrivo a te, accoglimi
tra le tue spire” fu l'ultima cosa che pensò Sally prima di
svenire.
FINE TERZO EPISODIO
FINE TERZO EPISODIO
mercoledì 2 gennaio 2013
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