martedì 22 gennaio 2013

L'esperimento del Dottor Prokopiev (The experiment of Doctor Prokopiev)- racconto agghiacciante sui rischi della scienza

Finalmente per il Dottor Prokopiev era arrivato il momento che da tanto tempo stava aspettando. Il Dottor Prokopiev stava per morire.
I suoi assistenti correvano per il corridoio del laboratorio, spingendo a tutta velocità la barella dove il vecchio corpo del Dottore era disteso. Dovevano fare in fretta.
Il Dottor Procopiev era un pioniere della criogenesi. Ammirato da alcuni e deriso dalla scienza ufficiale, non si era mai arreso alle sue convinzioni, ovvero che un essere vivente posto in determinate condizioni di freddo e farmaci, potesse sopravvivere alla morte, per essere risvegliato nel futuro.
Poteva vedere i volti accigliati dei suoi assistenti che lo circondavano. “Dimitri” disse “Continua le ricerche, scopri come poter riportare alla veglia gli ibernati”.
Dimitri era il suo assistente, il suo cadetto, l'unico che avrebbe potuto continuare i suoi studi. Avevano fatto esperimenti sugli animali, scoprendo che se il soggetto dopo sei minuti dalla sua morte fosse stato sottoposto ad un mix di farmaci e a un repentino abbassamento della temperatura, poteva essere riportato in vita...anche se dopo pochi minuti, massimo un'ora dopo. A dirla tutta, l'animale dopo essere stato rianimato moriva nell'arco di cinque minuti. Ma Dimitri avrebbe continuato gli studi e allungato il tempo di ibernazione.
Il Dottor Prokopiev raggiunse la sala di criogenesi e fu spostato sul lettino. Gli furono somministrati dei sedativi, il suo battito cardiaco era sempre più debole. Dimitri gli strinse la mano.
Dopo gli animali, la sperimentazione doveva spostarsi sull'essere umano, ma non essendo la criogenesi una scienza riconosciuta non potevano accedere a regolari cavie umane e trovare dei volontari fu impossibile. Il Dottor Prokopiev decise che sarebbe stato lui il primo esemplare di essere umano a prestarsi alla criogenesi. Avvicinandosi al fatidico incontro con l'Oscura Mietitrice, il Dottore si trasferì definitivamente nel laboratorio, monitorato 24 ore su 24 per presagire qualsiasi segno di cedimento del corpo.
La vista si stava annebbiando, poi il buio. Poteva sentire il fluido dei farmaci che gli scorreva nelle vene, poi il freddo pungente. Era morto.
Attese, un silenzio totale lo pervase. Nero. Nessun dolore. Nessun odore. Nessuna dimensione dello spazio e del tempo. L'unica cosa che poteva percepire il Dottor Prokopiev fu una sensazione di disagio, poi di preoccupazione e infine di terrore, perché aveva realizzato cosa fosse successo.
Il Dottor Prokopiev concentrato sul corpo, non si era minimamente dedicato all'anima. Ponendo il cadavere al trattamento di criogenesi, lo stesso aveva imprigionato l'anima nel corpo, trattenendola in un limbo simile ad una piccola scatola isolata e buia. Il Dottor Prokopiev poteva solo attendere che gli studi di Dimitri continuassero.
Dimitri dopo aver posto il corpo del Dottor Prokopiev nella cella di ibernazione salutò i suoi colleghi e uscì dal laboratorio. L'esperienza che aveva vissuto lo distolse da tutto il resto e non si accorse che un'automobile lanciata a tutta velocità stava per incrociare la sua strada.
Alla morte di Dimitri, anch'esso ibernato, nessuno riuscì a portare avanti gli studi del Dottor Prokopiev e il laboratoro fu smantellato.

Ancora oggi è possibile ammirare le celle di ibernazione del Dottor Prokopiev e del suo assistente Dimitri nel “Museo delle Stranezze” di San Pietroburgo.


domenica 20 gennaio 2013

Funny Bunny gets drugs - musica su conigli tossici

Funny Bunny correva sul prato, quando la botta salì.



Il Medico della Peste. La Trilogia (The Plague Doctor. The Trilogy) - Racconti brevissimi sun un oscuro dottore

I Il Medico della Peste bussa alla tua porta – toc toc - apri, altrimenti saranno guai!

II Il MdP disse che non c'era più nulla da fare, lo chiuse in un sacco e lo portò via con sé. Quella notte si consumò un macabro banchetto.

III Il MdP versò una lacrima per lei, poi si chinò e le divorò gli occhi.

martedì 15 gennaio 2013

mercoledì 9 gennaio 2013

Le Cronache delle Scimmie Pirata: la Saga di Quick - Episodio 3 (The Chronicles of the Pirate Monkeys: the Saga of Quick - Episode 3)

Episodio 3: La preghiera di Sally


“Miss Olimpia, non faccia i capricci e si infili il vestito!” ordinò Sally.
“No! Faccio schifo così! Mettitelo tu se riesci ad entrarci!”
Sally era una donna africana che sin da bambina aveva servito la famiglia Pickyshire, crescendo la piccola Olimpia, ormai nel pieno delle sue grazie, anche se di pochi anni più grande di lei.
“Il Capitano Pennyman la sta aspettando per il pranzo, forza!”, incalzò Sally avvicinandosi con l'abito rosa tra le mani simile ad una torta nuziale ricoperta di pizzi, merletti e rose di stoffa.
“No!” fece Olimpia in biancheria intima scuotendo la bionda chioma e incrociando le braccia.
Sally sgranò gli occhi, sbuffò aria dalle narici e con una rincorsa taurina colpì con il suo possente ventre Olimpia, che fu sbalzata di qualche metro sul suo morbido letto ricoperto di seta. Sally continuò la corsa e si gettò di peso sulla povera ragazza. “mphhh!!” si sentì mugugnare da sotto Sally. “E adesso? Lo indossi il vestito Miss Olimpia?!”...”mphsiiiii!”.
Sally goffamente rotolò via dal letto e si risistemò il grande fazzoletto viola arrotolato intorno alla testa. Olimpia scese dal letto, indossò l'abito, si risistemò i capelli e senza aggiungere altro si diresse sul ponte della nave con la sua fidata serva.

“Oh, cara Olimpia!”salutò il Capitano Pennyman senza degnare Sally di uno sguardo. Lei lo guardava senza trasparire il suo disprezzo verso quel grassoccio capitano mercantile, che con fare viscido e appiccicoso tentava di insidiare la giovane Olimpia...certo, Olimpia ci metteva del suo ammiccando e ridacchiando come una giovane gallinella, pensò Sally sollevando un sopracciglio.
Nel bel mezzo della noiosissima nonché imbarazzante conversazione tra Pennyman e lady Pickyshire, un grido interruppe i due: “Nave in vistaaaaa!!!”.
Tutti sollevarono lo sguardo verso il pennone più alto, dove un giovane marinaio era in osservazione. “Ragazzo! Cosa vedi da lassù?” Chiese Pennyman.
“Pirati Capitano!”
“C-come?”
“Pirati, si, pirati, posso giurarlo sulla gamba di legno di mia nonna, Capitano!”
“...”
“Capitano, la loro bandiera raffigura un teschio di scimmia con due catene incrociate...”
“...”
“Riesco a leggere il nome della nave...Il suo nome è...Sea Monkey!”
Il Capitano sbiancò, i marinai si paralizzarono “Tutti ai posti di combattimentooooooo!!!!!” Gridò Pennyman.

Sally teneva la fronte di Olimpia mentre vomitava in un secchio. I pirati oltre al terrore avevano portato la tempesta. “Non preoccuparti Miss Olimpia, le navi che viaggiano oltre oceano sono ben armate e respingeranno l'attacco dei pirati”, ma non era convinta, aveva paura. I pirati derubano le navi, uccidono gli uomini e stuprano le donne...accarezzò i capelli di Olimpia.
Urla, cannoni, ancora cannoni, tuoni, lampi: un inferno circondato dall'acqua. Le due donne abbracciate l'una con l'altra potevano udire il rumore dei combattimenti corpo a corpo, sempre più forti, poi un tonfo e la porta che si spalanca! Il Capitano Pennyman ricoperto di sangue da capo a piedi cercò di rifugiarsi sotto il letto di Olimpia piagnucolando frasi sconnesse: “N-n-non è vero! N-n-non è possibile! Iiiiiiihhhh uuuuhhhh, mamma! Mamma!”
Sally capì che se fossero rimaste lì dentro sarebbero morte. Prese Olimpia per un polso, spalancò la finestra e si tirò su in equilibrio sul cornicione di legno della loro stanza.
“Sally...”
“Olimpia, ti aiuto io sali...sali miss Olimpia, ti prego, stanno per arrivare, ti prego miss Olimpia!” gridò Sally in lacrime. Olimpia seguì Sally e si nascosero oltre la finestra, dove non potevano essere viste, su pochi centimetri di legno, aggrappate come aquile alla roccia, con lo strapiombo sotto di loro. Il mare urlava, il vento ruggiva, la pioggia come aghi acuminati sulle loro guance.
La finestra si infranse, il capitano fu gettato giù dalla nave. Olimpia incrociò lo sguardo terrorizzato del capitano che precipitava e quasi stette per svenire. Sally la stava tirando, vide che vicino a loro c'era la finestra di una stanza accanto. Con cautela entrarono. Tutto era a soqquadro, qui i pirati erano già passati. “Olimpia, dobbiamo raggiungere una scialuppa di salvataggio. I pirati potrebbero dare fuoco alla nave finita la razzia!” Olimpia fece cenno di aver capito col capo.

Massacro sul ponte della nave
Lentamente si avvicinarono al ponte, ma arrivate alla porta di accesso videro uno spettacolo così orrendo da farle perdere il lume della ragione: il ponte della nave illuminato dai fulmini era ricoperto di acqua e sangue. Decine di marinai giacevano a terra mutilati e sventrati, nessuno si era salvato. Ma la cosa peggiore fu vedere i loro carnefici: demoni, simili a scimmie, dagli occhi rossi, ricoperti di sangue e interiora, danzavano ebbri della carneficina sui cadaveri delle loro vittime. Il suono che emettevano era simile al canto di Belzebù.
Olimpia non resse alla scena e svenne, Sally tentò di resistere, ma anche il suo sguardo si annebbiò mentre un demone-scimmia si dirigeva verso di lei.
“Oh Damballa, arrivo a te, accoglimi tra le tue spire” fu l'ultima cosa che pensò Sally prima di svenire.

FINE TERZO EPISODIO
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