Quella mattina si svegliò con
una strana sensazione. La luce del sole entrava nella sua camera, un
sottile vento ondeggiava gli alberi e i bianchi muri delle case
accecavano lo sguardo. Si sedette sul letto e a fatica si alzò
dirigendosi in bagno, poi in cucina.
Silenzio. Nessun rumore. Un rantolo proveniva dal soggiorno: una carcassa umana si trascinava nella casa puntando verso di lui. Era lenta, bassa, gonfia di liquidi putrescenti ed un gorgoglio soffocato strisciava dalla gola.
Ne aveva visti molti di film sugli zombie, sulla playstation ne aveva uccisi a migliaia e i suoi fumetti preferiti raffiguravano quelle creature più morte che vive: sapeva benissimo cosa fare. Prese il batticarne da un cassetto e con violenza cominciò a perquotere la testa del non morto fino a far schizzare pezzi di cervello per tutta la cucina.
L'orrore si trasformò in trionfo. La cosa gli piaceva.
Un altro rumore dal piano di sopra. Afferrò l'accetta laciata il giorno prima fuori dalla porta per tagliare la legna. Preso dall'euforia salì le scale velocemente e arrivato in corridoio altri due zombie si pararono davanti a lui con le braccia pronte ad afferrarlo per divorarlo vivo. Senza esitazione vibrò potenti colpi di lama sui due mostri amputando braccia e gambe. Sangue ovunque.
La cosa gli piaceva.
Poi un altro gemito. Due piccoli cadaveri ambulanti si nascondevano dietro una porta. Dovevano essere dei bambini, ma ormai non importava: o loro o lui. Senza fatica ne smembrò i corpi a colpi di ascia.
L'Apocalisse era arrivata, doveva scappare e trovare gli altri superstiti. Prese le chiavi della macchina, qualche scorta di cibo e corse fuori. Lo spettacolo era orrendo: decine di zombie si dirigevano verso di lui. Ne falciò un paio con la lama, altri riuscì ad investirli con l'automobile, poi la fuga.
Trovò rifugio in un parcheggio in periferia vuoto. Lì sarebbe stato tranquillo per un po'.
Quando i due agenti di polizia si avvicinarono, tirò un sospiro di sollievo. Altri sopravvissuti come lui. Ma la gioia si trasformò in sorpresa quando puntandogli le pistole in faccia lo gettarono a terra ammanettandolo.
Il fatto è che al suo risveglio aveva prima ucciso sua nonna, poi i genitori e i fratellini, per poi ferire gravemente nella fuga altre cinque persone. Alla domanda perché lo avesse fatto, scosse la testa dicendo: "Non lo so".
Silenzio. Nessun rumore. Un rantolo proveniva dal soggiorno: una carcassa umana si trascinava nella casa puntando verso di lui. Era lenta, bassa, gonfia di liquidi putrescenti ed un gorgoglio soffocato strisciava dalla gola.
Ne aveva visti molti di film sugli zombie, sulla playstation ne aveva uccisi a migliaia e i suoi fumetti preferiti raffiguravano quelle creature più morte che vive: sapeva benissimo cosa fare. Prese il batticarne da un cassetto e con violenza cominciò a perquotere la testa del non morto fino a far schizzare pezzi di cervello per tutta la cucina.
L'orrore si trasformò in trionfo. La cosa gli piaceva.
Un altro rumore dal piano di sopra. Afferrò l'accetta laciata il giorno prima fuori dalla porta per tagliare la legna. Preso dall'euforia salì le scale velocemente e arrivato in corridoio altri due zombie si pararono davanti a lui con le braccia pronte ad afferrarlo per divorarlo vivo. Senza esitazione vibrò potenti colpi di lama sui due mostri amputando braccia e gambe. Sangue ovunque.
La cosa gli piaceva.
Poi un altro gemito. Due piccoli cadaveri ambulanti si nascondevano dietro una porta. Dovevano essere dei bambini, ma ormai non importava: o loro o lui. Senza fatica ne smembrò i corpi a colpi di ascia.
L'Apocalisse era arrivata, doveva scappare e trovare gli altri superstiti. Prese le chiavi della macchina, qualche scorta di cibo e corse fuori. Lo spettacolo era orrendo: decine di zombie si dirigevano verso di lui. Ne falciò un paio con la lama, altri riuscì ad investirli con l'automobile, poi la fuga.
Trovò rifugio in un parcheggio in periferia vuoto. Lì sarebbe stato tranquillo per un po'.
Quando i due agenti di polizia si avvicinarono, tirò un sospiro di sollievo. Altri sopravvissuti come lui. Ma la gioia si trasformò in sorpresa quando puntandogli le pistole in faccia lo gettarono a terra ammanettandolo.
Il fatto è che al suo risveglio aveva prima ucciso sua nonna, poi i genitori e i fratellini, per poi ferire gravemente nella fuga altre cinque persone. Alla domanda perché lo avesse fatto, scosse la testa dicendo: "Non lo so".
FINE

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