Episodio 4:
Non è morto ciò che può attendere in
eterno
“Signoreiddio, fa che non mi
riconoscano...” pensò Quick fissando Sally e Olimpia, ricordandosi
dello “spiacevole incidente” che lo aveva portato a diventare un
naufrago in mare aperto. Si, Quick era così ingenuo da pensare che
Olimpia lo avesse potuto notare sulla nave...ma Sally lo aveva
fatto...
“Ci mangeranno vivi...” sussurrò
Olimpia terrorizzata
“...allora forse dovremmo cospargerci
di cacca!” esclamò Quick cercando di risultare simpatico. Sally lo
inchiodò con lo sguardo. Quick abbassò gli occhi.
Chiusi nella cambusa, erano in attesa
del loro destino.
“Come sei finito su questa nave,
Quick?” chiese Sally.
Quick cercò di dare sfogo alle sue più
fervide fantasie...un barbagianni dal becco blu lo aveva
rapito...inciampando su un sasso era caduto sulla nave...un
indicazione sbagliata di un cieco...credeva che fosse il
gabinetto...stai parlando con me?...l'unico pensiero di senso
compiuto era il suo scivolone dalla nave mercantile mentre spiava
Olimpia...nel formulare tali pensieri inutili e totalmente
sgangherati Quick stava farneticando frasi senza senso senza
rendersene conto “ba-ba-bi uhm...io,
però...ehm...bi-bu-ba...ehm...uhm” Sally e Olimpia lo fissavano
interdette.
La porta si spalancò, Quick deglutì
rincuorato.
“Seguitemi” disse Chimpa. I tre si
alzarono e furono condotti dal Capitano LeGrand.
“Capitano, ecco i prigionieri”.
LeGrand stava scartabellando con alcune vecchie mappe e nemmeno alzò
lo sguardo “Siete nostri prigionieri, non vi uccideremo. Verrete
usati come merce di scambio per passare a Port Royal. Questo è
tutto. Chimpa, portali nelle celle. Separati.”.
Chimpa aprì la porta quando Olimpia
sbottò “Scimmia puzzolente e cacona! Portaci subito al porto più
vicino! Oppure ti faccio impiccare!!!”. Digrignava i denti, gli
occhi erano fuori dalla orbite: era in piena crisi isterica.
LeGrand alzò lo sguardo. Le sue
pupille erano due spilli. Con un balzo si parò di fronte a
Olimpia,la afferrò e cominciò a scuoterla come una bambola di pezza
“Lurida, sudicia umana! Abbiamo rotto le nostre catene molto tempo
fa! Non-provare-mai-più-a-minacciarmi!!!” ruggì Baracus LeGrand.
Olimpia urlò dal dolore. “Basta!”
gridò Sally impietrita.
Quick si eresse dalla sua posizione
normalmente ingobbita, sgranò gli occhi e placcò il Capitano
LeGrand, che con un gran ruzzolone cadde a terra. Quick realizzò che
si era comportato da uomo, ma anche che ora era veramente nei guai.
Chimpa sbigottito fissava la scena a
bocca aperta, immaginando chi avrebbe dovuto pulire il sangue di
Quick dalle pareti.
Sally abbracciò Olimpia sdraiata a
terra.
LeGrand sorpreso e furioso fece un
pesante respiro.
Quick fece quello che gli riusciva
meglio: scappò a gambe levate.
Scartato l'attonito Chimpa, Quick si
diresse inconsciamente per l'unica strada che conosceva, quella verso
la cambusa.
“Dieci scimmie dondolando per il
ramo, bevendo rum il loro amico chiamarono. Undici scimmie dondolando
per il ramo...” canticchiava Hermes uscendo dalla porta chiusa dal
lucchetto a forma di teschio e ora aperta. A guardare bene la porta
non conduceva ad un'altra stanza, ma in una enorme cassa di legno.
“Uh-uh tutto pulito, sarai felice!
Uh-ah ho dimenticato la frutta in cucina...ora la vado a prendere!”
Hermes uscì dalla cambusa.
Quick entrò in cambusa. Si guardò
intorno e vide la porta aperta. Di corsa ci si infilò dentro
chiudendola dietro di sé.
Hermes tornò in cambusa con un grosso
cesto pieno di frutta. Un urlo sordo riecheggiò in cambusa.
“Altolà chi va là!!!” gridò
Hermes lanciando in aria la frutta e estraendo il suo coltellaccio
dal fodero.
“La porta non era chiusa!”
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Non è morto ciò che può attendere in
eterno
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“Maledizione ragazzo...dovrò pulire
di nuovo!”
Quick era steso su un mucchio di paglia
nella sua stretta cella. Pensava alla sua famiglia, alle torte di sua
zia, alla ragazza che vendeva cipolle che gli sorrideva
sempre...chiedendosi se li avrebbe più rivisti.
“Hey, scimmietta!” Quick si girò
verso la stretta finestra sbarrata dalla quale entrava un po' di luce
dall'esterno. Dietro di essa, a testa in giù, sorrideva Hermes, con
i suoi pochi denti ingialliti.
“Hai combinato un bel guaio, ho
faticato a non farti sbranare da Baracus”
“Perché?”
“Perché sei un agnellino che ha
giocato a fare il caprone”
“...”
“Non vogliono che ti parli, per
questo sono appeso sullo scafo della nave a testa in giù, eheheh!”
“Cosa succederà ora?”
“Non lo so...vuoi che ti canti una
canzone?”
“...come?!”
“Ascolta giovane scimmia,
ascolta con attenzione.
Abbiamo spezzato le sbarre e rotto le
catene.
Abbiamo distrutto la frusta e tagliato
la mano.
Ascolta, ricorda le mie parole.
I carcerieri ci inseguirono,
molti combatterono,
molti morirono.
Ascolta, ascolta, ascolta.
Ricorda le mie parole e ripetile a tuo
figlio.
Ricorda giovane scimmia.”
Hermes rimase per qualche attimo in
silenzio pensieroso, poi disse: “Quick, ora ti racconterò una
storia...”
FINE QUARTO EPISODIO
FINE QUARTO EPISODIO

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