Episodio 5:
Benvenuti nel magnifico e mirabolante
Circo Le Grand
Benvenuti nel magnifico e mirabolante
Circo Le Grand
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| Il Circo Le Grand |
“Venghino Siore e Siori al circo più
incredibile che abbia mai visto la città di Boston! Animali feroci
della giungla nera! Scherzi della natura! Saltimbanchi che sfidano la
morte! Maghi e paliacci! Venite al magnifico e mirabolante Circo Le
Grand!”
Così gridava lo strllone lungo le
strade di Boston per attirare avventori al circo Le Grand, accampato
con il suo tendone a strisce viola e fucsia nella periferia della
città.
I fratelli Luis e Jaques Le Grand
venivano dalla Francia in cerca di fortuna. Tagliagole il primo,
rapinatore il secondo, decisero di investire il loro cospicuo
gruzzoletto illegalmente acquisito nel Nuovo Mondo, anche perché
ricercati ormai in tutto il regno. Nel loro tragitto non mancarono di
versare abbontante sangue: accoltellarono alle spalle il magazziniere
corrotto che li aveva fatti imbarcare clandestinamente sul vascello
diretto a New Orleans per riprendersi la tangente, strangolarono gli
altri due clandestini compagni di viaggio per drerubarli dei loro
ridicoli averi ed infine, messo piede a terra, discuterono su come
investire i soldi, che portò alla morte di Jaques sbudellato da Luis
con una bottiglia rotta, che potè finalmente tirare su il suo
maledetto circo, un'ossessione sin da quando erano fuggiti da Parigi.
Luis dopo aver reclutato addestratori,
clown e fenomeni da baraccone, cambiò totalmente atteggiamento
recitando il ruolo dell'imprenditore gentiluomo. Alto e magro, se ne
stava seduto con i piedi sul tavolo arrotolandosi i baffi all'insù
mentre leggeva la scaletta dello spettacolo della serata.
La porta si aprì ed entrò un uomo
basso e tarchiato in maniche di camiacia arrotolate, sudaticcio, che
emanava un forte odore di sterco di animale.
“Sigor Le Grand, per cosa mi avete
fatto chiamare?” chiese in tono remissivo.
“Signor Dunfrey, come vanno i
preparativi per questa sera?”
“Tutto bene signore, tutto bene...”
“Ieri il tuo orangutan ha tentato di
afferrarmi da dietro la gabbia. Tieni a bada le tue scimmie se vuoi
lavorare qui.”
“Baracus? Mi dispiace Signor Le
Grand. Le assicuro che prenderò provvedimenti e non ricapiterà
più.”
“Se i nostri animali dovessere
causare un qualsiasi incidente, verremmo cacciati da Boston a
pedate.”
“Si, Signor Le Grand.”
Dunfrey uscì dall'ufficio di Le Grand
e si diresse a grandi passi verso le gabbie.
Dunfrey aveva collezionato un gran
numero di scimmie provenienti da tutto il mondo conosciuto:
scimpanzè, gorilla, babbuini, gibboni e li aveva addestrati a suon
di bastonate nei numeri più divertenti che un uomo potesse vedere
nel Nuovo Mondo. Trovare lavoro da Le Grand fu molto facile per lui.
Prima di varcare il tendone afferrò il
suo bastone e si diresse direttamente verso la gabbia di Baracus
l'orangutan, incatenato a dei grossi ceppi ancorati a terra. Aprì la
gabbia e cominciò a percuotere violentemente la scimmia che cercò
di difendersi come poteva. Tutt'intorno a loro le decine di scimmie
iniziarono a gridare e percuotere le sbarre. Dunfrey assestò le
ultime bastonate, chiuse la gabbia e andò via.
“Baracus? Baracus? Figlio mio...”
“Mama, non è niente Mama, non è
niente”
“Baracus, presto tutto questo finirà”
Dall'ombra della gabbia uscì un
vecchio esemplare femmina di scimpanzè che accarezzò Baracus.
“Chimpa, portami un po' d'acqua per
favore” disse Mama con voce suadente.
Chimpa, un giovane esemplare di
scimpanzè, obbedì e Mama lavò le ferite di Baracus in silenzio.
Mama era arrivata al circo con una
donna africana che si faceva chiamare Josephine, una schiava che era
stata acquistata da Le Grand al mercato degli schiavi di New Orleans,
che aveva intuito un grande numero circense che avrebbe potuto
inscenare con quella vecchia scimmia che portava sempre con sé:
Mama, la Scimmia Voodoo e la sua schiava Josephine! Un inversione
delle parti che lo divertiva molto, se non fosse che in segreto
Josephine fosse veramente una voodoo queen, catturata tempo addietro
da mercanti di schiavi insieme alla sua fidata Mama. Josephine grazie
al voodoo aveva insegnato a comprendere e parlare la lingua degli
umani a Mama, che come il contagio di una malattia trasmise alle
altre scimmie compagne di prigionia la sua dote magica, all'insaputa
di Josephine. Quando Josephine e Mama arrivarono, Dunfrey e le sue
scimmie già lavoravano per Le Grand e i loro numeri vennnero
integrati, con grande disapputno di Dunfrey. Mama era la scimmia più
vecchia e saggia, nonché l'unico esemplare femmina del gruppo, così
ne divenne la madre adottiva, nonché leader. Voleva molto bene a
Josephine, ma era comunque la sua padrona e insieme ai suoi simili
aveva architettato un piano di fuga...che sarebbe avvenuto proprio
quella sera.
“Figli miei! Questo è il grande
giorno nel quale spezzeremo le nostre catene! Alcuni di noi forse
cadranno nell'impresa, ma il prezzo più grande non vale quanto la
libertà! Fatevi forza, abbiate coraggio! Che lo spettacolo abbia
inizio!”
Un fragoroso grido di battaglia animò
le gabbie.
FINE QUINTO EPISODIO

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