Episodio 6:
La Grande Fuga
“Che lo spettacolo abbia inizio!”
gridò Luis Le Grand al centro dell'arena.
Uno scroscio di applausì e grida
saturò il tendone. Uomini, donne, vecchi, bambini, storpi e dementi
affollavano gli spalti, l'uno ammassato all'altro come vermi in un
secchio.
La banda attaccò fragorosamente
sovrastando il clamore del pubblico ancora più eccitato. I battiti
cardiaci divennero sempre più veloci.
Ecco gli acrobati: balzi, capriole,
piroette, poi tutti a penzolare in alto tra le funi lanciandosi da
un'altalena all'altra. Al suolo una foresta di nasi all'insù in
attesa del primo collo rotto.
Un gruppo di nani salterini fece da
ponte tra gli acrobati e i pagliacci, che tra una torta in faccia e
una caduta rocambolesca fecero sbellicare dalle risate gli astanti.
La scena dei clown poliziotti che inseguivano su dei piccolissimi
tricicli i clown ladri a loro volta su dei piccolissimi monocicli,
causò l'infarto a un povero vecchio che fu immediatamente portato
fuori di peso dagli inservienti senza che nessuno se ne accorgesse.
Buio in sala “Signore e Signori...”
il silenzio calò nel tendone “è arrivato il momento più
emozionante dello spettacolo, ma anche quello più sfrenato e
pericoloso...quindi vi prego di non fare movimenti improvvisi e di
non applaudire se non dopo il segnale dei nostri artisti!”
Silenzio.
“...Signore e Signori, benvenuti
nelle Terre Selvagge!” come se Le Grand non avesse fatto
raccomandazioni sull'evitare rumori, la banda attaccò una marcia
trionfale che precedette l'ingresso degli elefanti, capeggiati dal
capo addestatore Dunfrey in groppa ad uno di essi. Poi le giraffe a
ruota. Sotto di lui una squadra di addestratori teneva a bada le
bestie con fruste e pungoli di ferro. “Oooooooohhhhh!” esclamò
il pubblico che non aveva mai visto bestie esotiche.
Un carosello di sfilate e inchini
animali stupì il pubblico: le giraffe leccavano i cappelli piumati
delle signore, mentre gli elefanti rubavano e restituivano ai
legittimi proprietari le bombette e i cilindri dei rispettabili
signori di Boston, scatenando l'ilarità generale.
“Figli miei, ci siamo quasi,
ricordate il piano passo per passo, nessun errore!” disse Mama al
buio dietro le quinte. Le scimmie silenziosamente fecero si col capo.
Elefanti e giraffe si disposero in
cerchio costretti dagli addestratori e con un colpo di cimbali fecero
ingresso le scimmie, che correndo in cerchio provocarono scompiglio
tra la folla. Un bambino tirò la coda ad un gibbone che dolorante
non poté far altro che allontanarsi urlando sotto la minaccia delle
fruste. Baracus stringeva in braccio il piccolo fratellino Finley,
che con i suoi occhioni blu scioglieva i cuori delle signore al suo
passaggio. Dunfrey, sceso dall'elefante, iniziò a dirigere i numeri
con le scimmie in un mix di acrobazie e gag: lo scimpanzé che
nasconde la banana all'addestratore per poi tentare di mangiarla
mentre è girato dall'altra parte, la piramide di scimmie, la
“Famiglia Scimmioni” comprendente mamma, papà e figli travestiti
da umani con sgargianti parrucche, e la “corsa selvaggia”, dove
tutte le scimmie iniziarono a correre per l'arena saltando l'una
sull'altra in uno tzunami peloso e urlante.
Poi le luci tornarono basse e tramite
dei filtri di vetro applicati dagli inservienti sui lucernari del
tendone, un bagliore verde illuminò l'arena.
La banda iniziò una musica tribale e mentre una pesante nebbia strisciava a terra, un enorme paiolo bollente fu fatto entrare. Dal fondo del tendone, trasportata a spalla da due grossi gorilla, fece il suo ingresso Mama “la Scimmia Voodoo” vestita con una tunica colorata ed un eorme copricapo piumato, accompagnata dalla sua “schiava umana” Josephine, tirata con un guinzaglio di catena e vestita succintamente di pelli e liane pendenti.
La banda iniziò una musica tribale e mentre una pesante nebbia strisciava a terra, un enorme paiolo bollente fu fatto entrare. Dal fondo del tendone, trasportata a spalla da due grossi gorilla, fece il suo ingresso Mama “la Scimmia Voodoo” vestita con una tunica colorata ed un eorme copricapo piumato, accompagnata dalla sua “schiava umana” Josephine, tirata con un guinzaglio di catena e vestita succintamente di pelli e liane pendenti.
Il numero in sé non era niente di che,
ma l'atmosfera magica teneva incollato il pubblico alla scimmia, che
muovendo le mani sopra al paiolo creava fumi e schizzi d'acqua
colorata attraverso delle sostanze chimiche che lasciava cadere,
intramezzati da scenette teatrali tra la scimmia e la sua schiava,
che facendo finta di morire veniva “rianimata” dalla Scimmia
Voodoo.
Baracus diede un'occhiata a Chimpa, che
mosse il capo e a sua volta fece un cenno a Bongo, uno de gorilla che
aveva trasportato Mama. Era arrivato il momento.
Bongo afferrò un ciocco di legna in
fiamme sotto al paiolo, seguito a ruota dall'altro gorilla e
dirigendosi verso elefanti e giraffe iniziarono a spaventarli con il
fuoco. Gli addetratori rimasero sorpresi da quello che stava
succedendo e non riuscirono a frenare le bestie che iniziarono a
dimenarsi prima sull'arena per poi travolgere gli spalti. Le scimmie
si avventarono contro gli addetsratori cercando di disarmarli. Bongo
preso alla sprovvista fu infilzato in un occhio da un pungolo di uno
degli addestratori, ma con un malrovescio staccò di netto la testa
dell'uomo. Hermes sul dorso di un elefante tirava le sue lunghe
orecchie, facendolo ancora più imbestialire e distruggere le
panchine del pubblico che scappava nel panico più totale verso le
uscite.
Mama guardò Josephine, che nel panico
era rimasta immonbile “Mi spiace Josephine, ti ho amata, ma sei tu
ad aver scelto questa vita, non io” le diede un bacio sulle mani e
scappò insieme alle altre scimmie, che nel frattempo si erano
incanalate con il pubblico verso la fuga.
In tutto questo marasma di parapiglia e
fuggifuggi, improvvisamente uno dei pali portanti cedette sotto la
carica di un elefante precipitando proprio su Luis Le Grand, che nel
frattempo era sceso nell'arena per affrontare le scimmie e fermare
gli animali inferociti. Sbudellato dal legno appuntito, possiamo
affermare che morì nel modo più appropriato, avendo causato una
fine simile a suo fratello. Oggi è ancora possibile visitare la sua
lapide corrosa dal tempo nel vecchio e angusto cimitero di Boston.
![]() |
| Josephine la Voodoo Lady |
L'appuntamento era su una piccola
altura nascosta dagli alberi vicino la città. Molte scimmie non
arrivarono mai, altre si leccavano le ferite, altre morirono su
quella collina. “Hermes, sei riuscito a vedere nella lotta Mama e
Baracus?” chiese Chimpa.
“No...no, affatto...”
Una scimmia risaliva il crinale.
“Baracus!”
Con un braccio portava il non-cadavere
di Mama e con l'altro...il cadavere di Finley.
“Oh no...” disse Chimpa.
“Finley...non me ne ero accorto...è
stato schiacciato dalla folla...non me ne ero accorto...”
singhiozzò Baracus in lacrime.
“Baracus...io...e Mama?...”
“...Dobbiamo trovare Octopus
Island...”
“Wow” esclamò Quick.
“Puoi dirlo forte, wow...” rispose
Hermes.
“Quindi la scimmia rinsecchita che ho
visto era Mama.”
“Hey, non chiamarla scimmia
rinsecchita!”
“Scusa.”
“Comunque si, è lei e la vogliamo
portare su Octopus Island.”
“E dove si trova?”
“Bella domanda scimmietta! Non lo
sappiamo, questa è la verità. E' un'isola che non c'è, un'isola
magica e maledetta...navighiamo per i mari alla sua ricerca.”
“...Baracus Le Grand...!...Perché ha
preso il nome del vostro aguzzino?”
“Dopo essere stato eletto capitano
della nave da noi scimmie, Baracus voleva trovare un nome che
incutesse timore nei cuori degli uomini. Quale nome migliore se non
quello di chi ci ha tenuto in catene per anni rendendoci schiavi e
infelici?...e poi diciamocelo: noi scimmie non è che conoscevamo
così tanti nomi!”
“Ma...il piccolo teschio di scimmia
che Baracus porta sul cappello...è quello di Finley?”
Hermes annuì.
“E cosa è successo dopo la fuga,
come siete diventati dei pirati?!”
“Abbiamo vissuto di espedienti
vagando verso sud. Accoglievamo tutte le scimmie in prigione che
incontravamo insegnadogli a parlare. A New Orleans abbiamo rubato una
nave, e una bertuccia di un marinaio ci ha insegnato a navigare...poi
è leggenda!”
“Ma si racconta di voi dai tempi di
mio nonno...come...”
“Non invecchiamo scimmietta, non
sappiamo perché, ma non invecchiamo...forse è l'influsso voodoo di
Mama...dei passi provengono dal corridoio, ti devo lasciare!”
“Aspetta!...”
La chiave girò nella porta della
prigione che si aprì.
FINE SESTO EPISODIO

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