venerdì 17 agosto 2012

Nerone è morto (Nero is dead) - racconto dell'orrore e del raccapriccio

“Nerone è morto”. Queste le parole del fratello più piccolo mentre si infilava un dito nel naso. Secche, crude, senza speranza.
“Dov'è?”
“Giù in giardino, vicino all'albero”.
Scese le scale di corsa, uscì dalla porta, poi rallentò per paura di ciò che avrebbe visto.
Il gatto nero era lì dove aveva detto suo fratello, all'ombra del melo. Era a pancia in giù, con le zampe lungo il corpo, gonfio come un pallone. Un liquido rosa era uscito dalla bocca e dall'ano.
Qualcuno aveva avvelenato Nerone.
Scoppiò in lacrime.
Il miglior amico dell'uomo è il cane, ma per lui era Nerone.
“Porta via quello schifo da qui!” esordì la madre in tono deciso alle sue spalle. Prese un sacco della spazzatura, accarezzò il pelo ancora liscio del gatto e lo infilò dentro.
“E lavati le mani poi!”.
Uscì dal viale, ma invece di gettare il sacco nel bidone della spazzatura, nascose il cadavere di Nerone dentro una siepe. I suoi piani erano ben diversi.

Nel tragitto verso la biblioteca non riuscì a pensare ad altro: Diomede Narvalo, il figlio dei vicini di casa. Si odiavano, finivano sempre per fare a botte, ma la cosa più grave è che gli giurò “Ti uccido il gatto prima o poi!”
-Occulto e Mistero-, ecco la sezione giusta...S...”Stregonerie, magie e resurrezione dei morti”. Eccolo!
Aveva visto quel libro tempo fa, lo aveva spaventato e subito lo aveva rimesso a posto, ma ora gli era necessario.

Quella notte sgattaiolò fuori casa con il libro, qualche candela e della vernice rossa. Prese il sacco e si diresse nel boschetto sulla collina.
Accese le candele, con la vernice disegnò un pentacolo magico per terra dove al centro pose il corpo puzzolente di Nerone.
Aprì il libro. “Satanasso degli Abissi, Demone della Bestemmia, Profanatore di Vergini: ascoltatemi! Riportate in vita questa carcassa di carne affinché possa compiere nefandezze, omicidi e abomini! Satana! Satana! Satana!”
Un rigurgito uscì dalle fauci di Nerone, poi cominciò a muovere le zampe. Un occhio schizzò fuori dalle orbite, mentre dagli orifizi uscì un liquido marroncino. Per poco non vomitò.
“Miaaaaaooooo.....miiiiiaaaaooooooo”. Si strusciò sul suo padroncino, che poggiò la mano sulla testa di Nerone accarezzandolo.
“Nerone, ora vai dal tuo assassino, trovalo, entragli nel letto e graffiagli gli occhi, sventragli l'addome, mangiagli la lingua. Che possa soffrire le pene dell'Inferno prima di morire!”
Nerone andò.

Un urlo. Si alzò dal letto di soprassalto. Un altro urlo e poi un pianto disperato. Corse nella camera del fratellino. La madre era lì in piedi sotto shock. Suo fratello nel letto intriso di sangue, con il volto totalmente deturpato e l'addome sventrato.

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